Come sta cambiando il giornalismo sportivo nell’epoca dei social network, della convergenza digitale e degli eSports? Quali linguaggi, quali pubblici e quali piattaforme stanno ridefinendo il racconto dello sport e con esso l’immaginario collettivo? A queste domande prova a rispondere il volume Giornalismo sportivo. Le nuove narrazioni dai media tradizionali agli eSports, pubblicato da FrancoAngeli nella collana “Sport, Cultura e Società”, dotata di un comitato scientifico internazionale che valorizza studi e ricerche sulle trasformazioni del mondo sportivo in chiave culturale, sociale e comunicativa.
Gli autori, Francesco Pira, professore associato di Sociologia dei processi culturali e comunicativi presso l’Università di Messina, Roberta Casagrande, dottoranda in Scienze Politiche e cultrice della materia in Giornalismo sportivo, e Umberto Spaticchia, dottorando in Scienze Politiche esperto di intelligenza artificiale e media digitali, offrono un’analisi aggiornata e multidisciplinare delle trasformazioni che hanno investito il racconto sportivo negli ultimi anni.
Il volume esplora come la rivoluzione tecnologica abbia modificato radicalmente il modo in cui lo sport viene narrato, consumato e percepito. Non più soltanto cronaca e telecronaca, ma storytelling transmediale, ipervisibilità, consumo veloce e frammentato di contenuti. Dal giornale alla televisione, dai social network agli eSports, il giornalismo sportivo si presenta oggi come un fenomeno plurale e ibrido, nel quale i confini tra informazione, intrattenimento e disinformazione diventano sempre più labili.
“Uno degli aspetti centrali affrontati nel libro riguarda la capacità – spiegano Pira, Casagrande e Spaticchia - o la difficoltà – del giornalismo sportivo di coniugare il suo ruolo tradizionale di mediazione critica con le esigenze della comunicazione digitale. Se da un lato l’innovazione apre spazi inediti di partecipazione, interazione e condivisione, dall’altro solleva interrogativi sulla qualità dell’informazione, sull’affidabilità delle fonti e sulla capacità dei media di mantenere una funzione critica”.
Gli autori osservano come, nel nuovo ecosistema comunicativo, si siano sviluppate forme di racconto sportivo sempre più orientate allo spettacolo, all’intrattenimento e al coinvolgimento emotivo, spesso a discapito dell’approfondimento e dell’analisi. Accanto a queste, però, emergono anche esperienze di giornalismo innovativo, sperimentale e attento alla dimensione sociale e culturale dello sport.
Il risultato è un panorama complesso, frammentato e in continua evoluzione, che rende necessario un approccio critico e multidisciplinare per comprenderne le implicazioni.
La prefazione è firmata da Giovanna Russo, professoressa associata presso il Dipartimento di Scienze dell’Educazione “Giovanni Maria Bertin” dell’Università di Bologna, che evidenzia l’originalità dell’approccio multidisciplinare del testo: “Pira, Casagrande e Spaticchia propongono una lettura del Giornalismo Sportivo in una prospettiva multidisciplinare che intreccia sociologia, comunicazione, media studies e cultura digitale. Con uno sguardo attento alle trasformazioni culturali e comunicative, il testo analizza le molteplici forme che ha assunto il Giornalismo Sportivo nell'epoca della convergenza digitale: dalla carta stampata alla televisione, dai social media agli eSports, fino ai rischi della disinformazione e alla ridefinizione dei pubblici”.
La postfazione porta invece la firma di Stefano Bizzotto, giornalista, conduttore televisivo sportivo RAI e telecronista non soltanto della Nazionale di Calcio Italiana, che sottolinea come il giornalismo sportivo del futuro non possa ridursi a qualcosa di stereotipato, ma dovrà sapersi muovere tra sperimentazione e funzione critica:
“A emergere non è un modello unico, ma una pluralità di traiettorie: alcune più orientate alla sperimentazione e all'ibridazione, altre tese a preservare la funzione critica e riflessiva del giornalismo. […] Oggi più che mai il racconto sportivo è chiamato a confrontarsi con le sfide della contemporaneità: polarizzazione, disinformazione, velocità, ipervisibilità, intelligenze artificiali. Il giornalismo sportivo del futuro sarà, con ogni probabilità, più complesso, più frammentato, più partecipativo. Ma potrà anche essere più profondo, più consapevole, più necessario”.
Il libro si colloca nel solco degli studi sociologici e comunicativi sul rapporto tra media, sport e società, ma ha anche una chiara vocazione divulgativa. Non si rivolge solo agli studiosi e agli studenti universitari, ma anche agli operatori della comunicazione, ai giornalisti e agli appassionati di sport che vogliano orientarsi nel mondo complesso delle nuove narrazioni sportive.
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